Oratorio di Sant'Antonio da Padova

in Via Cà dè Frati

Antichissima è la formazione di questa villa riese, plasmata dall’opera lenta e decisa dei fiumi appenninici Rio e Crostolo Vecchio che hanno definito una profonda depressione colmata solo successivamente da sabbie, limi ed altri materiali.

Quest’area, anticamente chiamata “compagna del Bondione”, rimase inospitale fino al XIII secolo, quando Corrado da Correggio ne iniziò una prima bonifica facendo defluire le acque stagnanti che qui si trovavano. Il deflusso fu reso possibile dallo spostamento, deviazione e costruzione di nuovi canali, alcuni dei quali tutt’ora esistenti come il cavo Bondione e la fossetta Raso.

Coloro però che hanno eseguito una più fasta opera di bonifica, permettendo una estesa e produttiva coltivazione dei terreni furono dapprima i frati Benedettini, poi quelli di S. Prospero, successivamente quelli di Frassinoro ed altri ancora.
È facile intuire quindi che l’antica denominazione Ca’ de Frati deriverebbe dallo stanziamento di edifici rurali e/o religiosi abitati da frati che qui trovarono un fertile terreno per coltivare la propria religiosa spiritualità.
La conferma di ciò ci viene data da antichi documenti che narrano di un “riguardevole Monastero” nella zona addirittura di un Castello.
Oggi purtroppo non si possono rinvenire tracce di queste strutture, neppure dell’antica Chiesa che qui sorgeva, all’incrocio fra via dei Grilli e via Ca’ de’ frati.
Resta ancora oggi nella memoria dei riesi la presenza di una grande tenuta agricola che dava lavoro a trecento famiglie, composte per la maggior parte da braccianti, essa era l’aggregato “urbano-rurale” più popoloso del Comune, almeno fino agli anni Sessanta.
In questo luogo si combatterono anche importanti battaglie fra immobiliaristi e Cooperative per il possedimento della tenuta che alla fine venne smembrata e perse il ruolo primario che aveva in ambito economico-produttivo per il paese.

Il primo oratorio dedicato a S. Antonio da Padova fu ultimato nel 1810, Don Zaccarelli ci dà notizia della sua inaugurazione: “fu benedetto il 30 settembre 1810 e il 17 settembre 1811 fu fatta una grandissima funzione con aver addobbato detto oratorio, consistente nella celebrazione di molte messe, indi di un pranzo lautissimo ed abbondantissimo di ventisei commensali. Si po’ fondatamene dire non esservi mai veduta una funzione simili così decorosa in questa nostra Villa e nemmeno nelle circonvicine”.

Purtroppo esso viene distrutto e profanato da vandali socialisti durante il “biennio rosso”. Fu verso la fine degli anni ’20 che Don Marino si prodigò per la ricostruzione del tempio (su progetto del Siliprandi), la cui prima pietra venne posata il 22 novembre 1933 e definitivamente benedetto il 23 settembre 1935.
Divenne infine parrocchia con un decreto del vescovo Socche nel 1948.
 



Ultimo aggiornamento: 27/10/18